martedì 31 gennaio 2012

Mo te lo spiego a papà quando si perde la Memoria

In questi giorni ovunque ci girassimo c'erano immagini di campi di concentramento e bambini col pigiama a righe.
Anche se vedi tutta la giornata Disney Channel prima o poi anche Topolino ti ricorda che è la giornata in memoria della Shoah.
Speravo che DA1 e DA2 non mi chiedessero niente perchè un Olocausto da spiegare non è facile, tanto meno la motivazione che ha spinto delle persone a odiarne altre.
Ogni volta pensavo: "Adesso me lo chiedono, ora mi fanno la domanda". 
Per questo ho pensato ai vari tipi di spiegazioni che avrei potuto dare: quella storica ho preferito lasciarla ai professori che avranno fra qualche anno; non voglio certo  rubargli il mestiere. La spiegazione religiosa è complicata anche perchè ci sono stati momenti in cui la Chiesa non ha preso posizione e allora che gli dico?
La spiegazione politica poi non mi sembra quella reale, ma solo una giustificazione per il resto dell'Europa di quei tempi e allora, vista l'età, ho pensato a qualcosa di fantastico
Magari gli racconto una storia.


"Tanto, ma tanto tempo fa nel villaggio di Ierbe arrivò un uomo che camminava senza mai piegare le ginocchia.
Le cose andavano bene e tutti vivevano felici senza temere nulla fino a che un giorno l'uomo prese il suo libro e, radunate un po' di persone, cominciò a leggere la storia. Quel libro era stregato perchè dalle sue pagine uscivano personaggi strani e inquietanti. Ogni parola si trasformava in un'arma che cadeva nelle mani di quanti ascoltavano. L'ultimo capitolo, Soluzione finale, chiedeva di privare gli uomini della loro identità. 
Ma cosa significava e cosa sarebbe accaduto da quel momento in poi.
L'ordine fu preciso: "Catturare tutti i libri e portarli in centri di raccolta per essere bruciati...vivi"
Nel frattempo l'uomo col libro stregato raggiunse un altro villaggio e poi ancora un altro e un altro ancora. In ogni posto accadeva la stessa cosa, le parole del libro diventavano coltelli, pistole, fucili e così catturare i libri alle persone diventava sempre più facile. 
Treni speciali furono organizzati per trasportare i numerosi libri.
I luoghi di raccolta poi erano davvero brutti e avevano il filo spinato tutto intorno al recinto. Era molto difficile scappare, ma per fortuna qualcuno ci riuscì perdendo soltanto qualche pagina nella fuga.
Ogni volta che un libro veniva bruciato un uomo perdeva un pezzettino della propria identità. Man mano persero i propri familiari, i propri beni, i propri spazi e la propria opinione. L'uomo col libro stregato stava portando a compimento la Soluzione Finale, ma un giorno gli uomini di un villaggio lontano cominciarono a scrivere storie ovunque gli capitasse: sui muri, sulle confezioni di biscotti, sui vestiti e perfino sulla propria pelle.
La voce di quanto stava accadendo fece il giro del mondo e in qualche mese tutti i personaggi delle nuove storie sconfissero quelli che uscivano dal libro stregato.
Ci furono molti danni e molte perdite, ma i libri tornarono ad abitare le proprie case, ridando identità a tutti gli uomini che l'avevano persa."


Eppure mi sono impegnato tanto a pensarci, ma DA1 e DA2 non mi hanno chiesto niente. Neanche una domanda, ma che bambini insensibili.
E allora domani gliela racconto io la storia perchè la Memoria se non si allena si perde... scade e puzza.


P.S. Avrei dovuto scriverlo il 27 ma me ne sono dimenticato.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Sei grande! Nella tua semplicità di esposizione e nell'adocchiare sempre il problema giusto da proporre. Peccato non avere ancora figli piccoli, avrei sicuramente preso spunto dal blog. Complimenti!

Rosa ha detto...

ho avuto dei brividi mentre leggevo la tua versione dell'olocausto... complimenti x la tua immaginazione e complimenti x la semplicità del racconto..

Daria ha detto...

Stupenda...!

pasquale ha detto...

E' più che giusto non far perdere la memoria di tutto quello che è successo, hai trovato un modo stupendo per raccontarla,mentre la leggevo mi hai fatto venere i brividi.
Trovi sempre il modo giusto per dire delle belle verità di vita.



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