mercoledì 28 novembre 2012

Mo te lo spiego a papà un paio di occhiali

"Allora che cosa ha detto l'oculista bello di papà?"
"Papà, ha detto che devo mettere gli occhiali".
TRAGEDIA ECONOMICA
"Ma scusa perché non vedi bene?"
"Ha detto che il mio occhio si stanca".
"E va bé vuol dire che lo dobbiamo aiutare a risposare mettendo gli occhiali".
"Ma poi quando si è svegliato li posso togliere?"
"L'occhio stanco è un modo di dire a papà. Però sarà il dottore che ci dirà cosa fare".
"Vaaaa beee ne".

"Scusate ma voi due, mamma e figlio, cosa state confabulando laggiù?"
"Niente, niente. Ihihihih".
"Scusa, ma perché ghigni? Cosa ti sta dicendo mamma?"
"Nieeeenteeeee".
"Almeno tu che sei adulta mi vuoi dire che cosa state facendo?"
"Niente, gli ho detto che se qualcuno dice Quattrocchi al fratello lui gli deve dare un pugno".
"O Santo Dio, ma sei pazza".
"No, perché non lo devono prendere in giro".
TRAGEDIA EMOZIONALE

"Amore mio, ma daiii sono solo un paio di occhiali".
"Si, ma perché mannaggiaaaa proprio a lui".
"Ma proprio a lui che cosa?"
"Lui è sensibile, introverso e ho paura che la prenda a male questa cosa".
"Certo che se ti vede che lo guardi con le lacrime agli occhi mi sa che la prende a malissimo".
"Ma poi, uffaaaa, non potrààà..."
TRAGEDIA A SINGHIOZZI
"Pure a me dispiace perché dovrà stare più attento quando si muove, quando fa le lotte col fratello e poi...".
"...e poi il dottore ha già detto che tra sei mesi li deve ricambiare e ci vogliono altri soldi".
"Amore, li deve mettere e basta, mettiti l'anima in pace".

A dire il vero anche a me è dispiaciuto, ma a pensarci bene è veramente una sciocchezza. Per tutta la serata ho provato a immaginare i genitori di bambini che hanno patologie serie e che vivono in condizioni precarie di salute. Santi subito!

"Ma che avete ancora da parlare mamma e figlio?"
"Niente, cose tra mamma e figlio".
"Nieeeente".
"...quindi se qualcuno dice Quattrocchi a tuo fratello cosa gli devi dare?"
"RAGIONE".

La vera tragedia è avere un figlio piccolo con una cazzimma innata.



lunedì 26 novembre 2012

Mo te lo spiego a papà cosa si potrebbe vincere al Punto SNAI

"Vieni qui, aiutami a fare una scommessa al nostro PUNTO SNAI on line".
"Papà, ma che devo fare?"
"Io ti dico i nomi delle squadre e tu mi dici il vincitore o se pareggiano".
"E poi che succede?"
"Aspettiamo che tutte le partite siano finite per conoscere i risultati".
"Waaa bello".
"Punto 3€ così eventualmente possiamo vincere 1547€".
"Waaa un sacco di soldi".
"Si, si. E se vinciamo papà ti compra un mega gioco".
"Siiii, bello, facciamo".

DOPO 30 MIN
"Papà, abbiamo vinto?"
"E' presto, le partite si giocano più tardi".
DOPO 23 MIN
Fonte: Web
"Papà, ma quando giocano?"
"Dopo. Ti avverto io quando iniziano".
DOPO 17 MIN
"Ma io voglio vedere se abbiamo vinto".
"E' presto".
DOPO 10 MIN
"Ma non cominciano mai questi?"
"Tra poco. Adesso sono negli spogliatoi".
INIZIO PARTITE
"Papà, stiamo vincendo?"
"Non lo so ancora perché i risultati cambiano spesso".
"Ma io voglio vincere".
"Pure io, però è un gioco e quindi può succedere pure che non vinciamo".
FINE PARTITE
"Abbiamo vinto? Lo compriamo il mega gioco?"
"Amore mio, ma non abbiamo vinto".
"Si però tu hai detto che compravamo il mega gioco".
"Ma l'ho detto per l'entusiasmo del pronostico nel caso avessimo vinto".
"Io voglio vincere e basta". 
"In questo gioco è molto difficile vincere. Il bello sta nel fatto che potresti vincere."
"Ma potrei avere il mega gioco?"
TRAGEDIA SPORTIVA
Seguono 90 minuti + supplementari di pianto e lamenti
Altro che Punto Snai. Per me è solo Punto sGUAI anche se in effetti non è proprio un gioco adatto ai bambini pur se fatto con tutte le buone intenzioni. La prossima volta come diversivo forse è meglio nata cosa!

P.S. Se invece sei un adulto che piange perché il gioco si è trasformato in un Punto sGUAI allora sei un cretino.

giovedì 22 novembre 2012

Mo te lo spiego a papà Tra le Stelle

Questa settimana su Style.it l'incontro con 
l'Uomo delle Stelle che ci ha trasformato il soffitto delle stanze da letto in un 
cielo stellato meraviglioso.


Segui l'Uomo delle Stelle per scoprire come realizzare un soffitto stellato e
avere la sensazione di stare all'area aperta.

martedì 20 novembre 2012

Mo te lo spiego a papà la giornata mondiale dei diritti dell'infanzia

"...e così proprio il 20 Novembre di tanto tempo fa nella città di New York si riunirono tutti i rappresentanti degli Stati del pianeta.
Era una mattinata fredda e piovosa, ma questo non scoraggiò tutti quei Signori che erano venuti da lontano per incontrarsi nel Palazzo di Vetro.
Dall'ultimo piano si vedeva il mondo e si vedevano le cose belle e anche quelle brutte.
Seduti intorno ad un grandissimo tavolo rotondo i Signori del pianeta discutevano dei problemi dei bambini.
Man mano uscirono fuori un sacco di cose e il rumore della pioggia sui vetri del palazzo spesso copriva le conversazioni. Qualcuno proprio non voleva capire.
Ci sono bambini che non se la passano proprio bene perché sono costretti a lavorare o a fare la guerra, ce ne sono altri che servono solo per il piacere di qualche adulto.
Alcuni signori proprio non volevano sentire.
Ci sono bambini che non possono andare a scuola e altri che se hanno una malattia nessuno li cura.
Alcuni altri signori invece facevano finta che quelle parole non fossero rivolte a loro.
Fonte: Web
Ci sono bambini che non vengono ascoltati e altri che vengono solo riempiti di una spazzatura speciale che esce dalla TV, dalla pubblicità, dai giornali e da Internet.
Qualcuno di quei Signori però propose di prendersi cura dei più piccoli scrivendo delle regole che tutti avrebbero dovuto rispettare.
Era proprio una bella idea, era proprio un raggio di sole in quella mattinata piovosa.
Si misero tutti a scrivere e a pensare. Alla fine della giornata su un grande foglio c'erano scritte 54 regole che tutti avrebbero dovuto sottoscrivere. Molti Stati lo hanno fatto, ma alcuni, anche importanti, non lo hanno fatto ancora.

Smise di piovere e col primo raggio di sole si formò un meraviglioso arcobaleno.
La cosa bella e sorprendente però fu che da quell'arcobaleno scesero, fin dentro la stanza col grande tavolo rotondo, un sacco di persone che avrebbero aiutato i bambini di tutto il mondo.
C'era un poliziotto, una maestra, un educatore, un giornalista, una dottoressa e tanti altri che si resero disponibili a dare una mano. Dopo poco ripartirono sull'arcobaleno, ma questa volta ognuno di loro era diventato il poliziotto dei colori, la maestra dei colori, l'educatore dei colori, il giornalista dei colori e..."

"papà pure la dottoressa dei colori. E' tutto un arcobaleno di persone".
"Si a papà proprio così".
"Papà adesso io dormo bene perché ci sono un sacco di persone che ci proteggono".
"Dormi amore mio e speriamo non sia solo una favola".
"Buona notte, ho detto buona notte, eiiii BUOOO-NAAA NOOO-TTEEE".
"Sssss, tuo fratello non ti risponde perché dorme già da un pezzo e poi a lui le favole lo fanno addormentare".

sabato 17 novembre 2012

Mo te lo cucino a papà: Spigola alla pizzaiola

La seconda ricetta della rubrica di Style.it è a base di mare.
Un incontro di lavoro a casa con un amico
Per questa occasione lo chef Pasquale Palamaro mi ha suggerito: 
 

 


giovedì 15 novembre 2012

Mo te lo spiego a papà come manifestare

"Papà, ma perché quella polizia ha picchiato quei ragazzi?"
"C'è stata una manifestazione per protestare contro il fatto che non ci sono soldi per la scuola".
"Pure la maestra dice sempre che non ci sono i soldi per comprare i materiali".
"Non ci sono i soldi per molte cose anche se quelli per la scuola non dovrebbero mai mancare".
"Io però non vado alle manifestazioni se quelli picchiano".
Fonte: RomaToday
"Quando sarai grande tu queste cose non succederanno perché non accadrà che gruppi di teppisti distruggano vetrine o offendano i poliziotti".
"Allora è colpa di quei ragazzi?"
"Si, anche se non di tutti i ragazzi. Anzi credo proprio di una piccolissima parte che ama istigare e fare a botte, ma dall'altra parte è colpa anche di chi non è in grado di gestire la piazza".
"E perché non mettono un vigile?"
"Mi sembra una buona idea. Ci vorrebbe proprio un vigile che dica Tu ferma, Tu vai, Tu aspetta, Tu passa".
"E chi fa il vigile?"
"Oguno di noi è chiamato ad essere vigile"
"Si, così nessuno si fa male e non si fanno incidenti".
"Io metterei dei vigili tra i ragazzi e dei vigili tra i poliziotti".
"Se li mettono io vado".
"Quando sarai grande tu poliziotti, studenti, professori, operai e cittadini parteciperanno insieme alle manifestazioni per migliorare le cose che non vanno".
"Papà, ma perché quando mi faccio grande ci saranno ancora un sacco di cose che non andranno bene?"
"Se tutti fanno il proprio dovere, se si votano persone oneste, se si pagano le tasse e si leggono un sacco di libri non ci sarà bisogno in futuro di nessuna manifestazione".
"Si, io lo voglio un libro, me lo compri?"
"Allora non hai capito a papà che non ci sono soldi?"
"Ma tu hai detto che..."
"Hai ragione me ne ero già dimenticato".    

lunedì 12 novembre 2012

Mo te lo spiego a papà cosa chiedere a Babbo Natale

"Vuoi vedere se la lavatrice è partita?"
"No mamma, è ancora qui".
"Ma no, volevo dire vedi se è accesa e funziona".
"Mammaaaaaa ora gira, ora no, ora si, ora no".

Ma può mai uno alzarsi la Domenica mattina pensando che in casa ci siano due che sembrano usciti da una barzelletta dei carabinieri?
In situazioni come queste no so se pensare alla famiglia come ad una cosa divertente o a una che ti rincoglionisce. (Sono un po' preoccupato per MPS)
La montagna di vestiti da stirare non è certo una cosa divertente, ma ieri anche uno scalatore impavido avrebbe avuto paura di avvicinarsi alla vetta innalzatasi in due settimane.
Un po' in anticipo secondo i miei gusti ci siamo dedicati alla ricerca di cosa chiedere a Babbo Natale nella letterina 2012. 

"Bambini oggi scegliamo le cose da chiedere a Babbo Natale".
"Papà, ma non fa freddo".
"Hai ragione, ma è meglio avviarsi per tempo perché con questa crisi va a finire che Babbo Natale non riesce ad accontentare tutti. Almeno le nostre letterine arriveranno per prime".
" Io voglio le cose della Lego".
"Pure io Lego".
"Guardate qui. Ho un catalogo Lego per oguno di voi. Sfogliatelo e scegliete mettendo un segno con un pennarello".
"Papà, ma posso scegliere tre cose?"
"Scegliete quello che volete, poi sarà Babbo Natale a decidere cosa portare".
"Io voglio il camion dei pompieri".
"Io voglio l'aereo dei pompieri".
"Si, segna quello che vuoi, ma con calma, anche perché dobbiamo trascorrere così tutta la mattinata".
"Io voglio pure Lego Pirati".
"Io voglio la nave dei Pirati".
"Si, va bene. Vuoi pure quest'altro? Segna. Tu invece lo vuoi anche questo? Ma si, segna".
"Papà, posso avere pure il camion della spazzatura?"
"Io Lego Discarica".
"Ragazzi, va bè che la nostra città non è proprio pulita però pure i giochi sulla monnezza nooooo".
"Ma dai, lasciali sognare".
"Scusa amore, ma devo lasciare che sognino una città pulita o cosa?"
"Nooo, figurati. Lascia che sognino tutti i giochi".
"Ho capito, ma la lista è lunga come quella della spesa".
"Non ti preoccupare io ho segnato i codici. Poi vediamo come fare".
"Bambini, ma non potete mettere i segni su tutto. Babbo Natale compra tutti i giochi a voi e agli altri bambini del mondo niente? Siete contenti?"
"SIIIIIIIII".
Non so in cosa ho sbagliato, ma so solo che sulla letterina abbiamo scritto: VEDI CATALOGO ALLEGATO.

sabato 10 novembre 2012

Mo te lo cucino a papà

Da oggi parte una nuova rubrica su Style.it: Mo te lo cucino a papà.
Si parte con una ricetta per un cenetta romantica.
Candele con ricotta, alici e pomodorini.

Foto di Pasquale Palamaro

Le ricette sono a cura dello chef Pasquale Palamaro del ristorante Indaco del Regina Isabella di Ischia (NA)

giovedì 8 novembre 2012

Mo te lo spiego a papà chi è Ben Affleck

 Continuano le interviste ai personaggi famosi.
Questa volta ho incontrato un papà 40enne alle prese con un primo bilancio della vita.
Tra battute di scherzo e riflessioni è stato davvero un bel pomeriggio.

Fonte: Style.it


mercoledì 7 novembre 2012

Mo te lo spiego a papà quel ladro di macchinine

"Bambini come è andata in piscina?"
"Si sono rubati la macchinina".
"Non ho capito, cosa è successo?"
"Io ho messo la macchinina sulla borsa e poi quando sono tornato non c'era più".
"Ma sei sicuro che l'hai messa lì?"
"Si, sono sicuro. Pure la signora l'ha visto e glielo ha detto a mamma".
"E la signora non ha visto chi ha preso la tua macchinina?"
"No, ha detto che non ha visto".
"Va be' a papà poi ne compriamo un'altra".
"Ma io voglio quella gialla, quella di ferro." SIGH
"Lo so, ma adesso non c'è più per cui puoi piangere pure all'infinito, ma non torna".
"E perché l'hanno presa?"
"Perché ci sono alcune persone che prendono le cose che non sono loro".
"Ma era mia, mica sua?"
"Infatti è questo concetto che a molti non è chiaro".
"Se lui me lo chiedeva io gliela davo un poco".
"Bisogna sempre chiedere se si può prendere una cosa".
"Io la vogliooooooo".
"Amore, ma se ne compriamo un'altra più bella? E poi non ci giocavi mai".
"Me l'hanno data una volta al McDonald e ora non la danno più".
"Ma scusa non puoi prendere un po' quella di tuo fratello?"
"No, quella è rossa e io voglio la mia gialla".
"E se la trovo gialla?"
"Io voglio quella perché abbiamo fatto un sacco di gare insieme e lei conosce bene le strade".
"Non so cosa dirti se non che hai ragione, ma purtroppo si incontrano persone che non sempre si comportano bene con noi".
"Ma io non ho fatto niente?"
"Lo so che non è colpa tua. Queste cose succedono malgrado noi".
"E daiii papààà uffaaaa".
"Se vuoi piangere fallo pure, se vuoi sbatterti a terra accomodati, ma possiamo solo augurarci che la tua macchinina venga trattata bene e sia felice di giocare in un altro posto con un altro bambino.
"Quel bambino è scemo però".

Avevo 7 anni e andavo in piscina anche io. Un giorno prestai ad un mio amico un ciondolo che aveva un piccolo coltellino all'interno. Ero affezionatissimo a quell'oggetto e per me fu un grande atto di generosità e fiducia. Non ho mai avuto più indietro quel ciondolo nonostante le mie richieste. 
Credo di essere diventato un po' più grande quel giorno.
Ma perché si deve diventare grandi cosi?

P.S. Logicamente la mia serenità nelle risposte a DA1 è dovuta al razionale che ho fatto predominare. Avrei voluto piangere il doppio di 33 anni fa perché questa volta avevano colpito il mio bambino.
P.S.2 Logicamente se lo acchiappo quel bambino con relativo genitore gli faccio cadere le manine  
  
              

lunedì 5 novembre 2012

Mo te lo spiego a papà quando chiedere scusa

"Uffaaaa, daiiii smettilaaa" 
"Va bene, scusa".
5 min dopo
"Aia, guarda dove metti i piedi, mi hai calpestato un'altra volta la mano".
"Va bene, scuuusa".
5 min dopo
"Ma papàààà, mi distrugge sempre le cose che costruiscoooo". 
"Scuuusa".

Fonte: Web
"Ora basta non è che uno dice scusa come se fosse il tasto CANC che elimina tutto quello che ha fatto precedentemente. Mi sembra quasi che lo vuoi prendere pure in giro tuo fratello".
"Nooo, scusa".
"Secondo me a te non è chiaro il significato di questa parola. Se uno dice scusa si impegna a non farlo più perché ha capito che è una cosa che non si fa".
"Io dico scusa però non sono dispiaciuto".
"Non so chi mi sembri, ma quella è storia di questi giorni e non ci interessa".
"Papà però è colpa sua".
"Dicono tutti così quando non si vogliono assumere la responsabilità".
"E' vero è colpa sua".
"Ma se io ti ho visto. Sei tu che ti sei comportato male".
"Mmm, mmmmm".
"Ora perché fai così?"
"Mmm, mmmmmm".
"Devi dire scusa in modo dispaciuto".
"Mmmmm, mmmm".
"E' inutile dirlo e basta, bisogna essere convinti".
"Ssss".

"In questo modo non significa niente. Scandisci le parole".
"Scu scucu scu".
"Ma veramente fai? Se uno sbaglia dopo deve chiedere scusa e basta".
"Scuuusa".
"Si, ma scusa dispiaciuto".
"Scusa dispiaciuto".

P.S In effetti se non sei dispiaciuto è inutile chiedere scusa. Fai più bella figura a stare zitto

venerdì 2 novembre 2012

Mo te lo spiego Totò, Marchionne e Troisi...gente dell'aldilà



Riporto fedelmente questo dialogo tra padre e figlio ascoltato nei pressi della Fiat di Pomigliano in seguito alle ultime dichiarazioni di Marchionne sui licenziamenti.

“Papà, ma oggi andiamo a scuola?”
“No, è festa”.
“E che festa è?”
“Veramente è ponte”.
“E dove sta questo ponte?”
“In testa a quelli che lavorano”.
“Ma questi signori stanno in fila per salire sul ponte?”
“No, sono in fila per comprare il torrone”.
“E perché si compra il torrone”.
“E’ la festa di quelli morti?”
Fonte: Web
“Non proprio. E’ il giorno in cui tutti fanno un salto al cimitero per andare a trovare le persone care che non ci sono più”.
“E poi uno gli porta il torrone?”
“Nooo, il torrone lo mangiamo noi”.
“Pure io voglio mangiare il torrone. A me mi piace”.
“Oggi non lo possiamo comprare però”.
“E perché?”
“Perché se non lavori non puoi comprare le cose”.
“Ma quelli signori però lo comprano”.
“Veramente quelli sono persone che lavorano con papà e anche loro non lo possono comprare”.
“Papà, ma se uno non mangia poi muore, vero?”
“Se uno non mangia per tanto tempo c’è il rischio che può morire”.
“E allora perché non lavori?”
“Perché alcuni signori hanno deciso che per risparmiare e continuare a fare profitto è necessario non far lavorare un sacco di persone. Per questo stiamo qui a manifestare”.
“Ma se poi uno non lavora come compra le cose da mangiare?”
“Non ti preoccupare a papà, noi mangiamo sempre. Era un esempio per dire che il corpo va alimentato proprio come una macchina dove se non ci metti la benzina non cammina”.
“Papà, ma se non abbiamo i soldi per comprare il torrone come facciamo a mettere la benzina?”
“E’ un fatto di economia troppo difficile”.
“Ma poi quello che vende la benzina se non ha i soldi come si compra le cose da mangiare?
“Boooo, me la devo segnare questa domanda”.
“Papà, non se le compra le cose e così poi muore”.
“Giusto tutt’ quant amma murì!”
“Papà però io lo voglio il torrone”.

P.S. Ricordati che devi morire (Massimo Troisi in Non ci resta che piangere)


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