Ed io che pensavo che l'esperienza più traumatica dell'avere una famiglia fosse avere due figli maschi con poca differenza di età a cui cambiare contemporaneamente il pannolino, dare il latte e altre cose che riguardano la cura non avevo ancora fatto un trasloco.
A dire il vero ne avevo già fatto uno, ma senza figli è come quando con il tuo stipendio prima di averne ti senti ricco mentre dopo sei sulla soglia della povertà: certo sei felice, ma sempre sulla soglia della povertà sei.
Noi siamo felici perché ci siamo trasferiti in una casa più grande e più bella, ma la quantità di calamite da frigo o di pastelli o di batterie ricaricabili non è neanche lontanamente simile a quella che può avere una coppia che vive insieme senza figli.
ANTE
Tenete presente quando uno é sotto esame e fa il programma giornaliero di cosa ripetere?
Anche noi abbiamo fatto un bel promemoria di quali pacchi fare e di come organizzare il tutto.
Tenete presente quando uno é sotto esame e quello stesso programma giornaliero non riesce a rispettarlo dicendo che quel capitolo lo farà domani?
Anche noi abbiamo fatto allo stesso modo e con l'avvicinarsi del giorno fatidico é salita anche l'ansia. Proprio uguale a quando devi sostenere l'esame con il professore che non fa sconti.
Io aspettavo che per magia tutto si trasferisse negli scatoloni compresi i bambini così per qualche giorno non avrebbero dato fastidio, ma non si è avverato nulla di ciò che speravo.
DURANTE
La casa é stata invasa da sei energumeni che trasportavano scatoloni come buste della spesa e smontavano mobili che manco i migliori operai IKEA.
C'erano ancora da impacchettare molte cose, ma il giorno era critico.
Ad un certo punto mia moglie MPS ha iniziato a trasportare scatoloni sulla pedana della ditta e a darmi lezioni di come mettere lo scotch ai cartoni.
C'erano per entrambi tutte le ragioni di una separazione consensuale e così mentre la musica di Sergio Leone faceva da colonna sonora al nostro duello e mentre la polvere accompagnava palle di sterpaglia spinte dal vento come nei migliori combattimenti di Clint Eastwood ho detto: "Oggi questa casa é troppo piccola per noi due. Uno di noi dovrà lasciarla".
Il mio matrimonio é salvo, ma portare una casa sulle spalle é davvero faticoso. Come facevano un tempo le donne? Meno male che oggi c'è la parità.
EMOZIONANTE
Uno scatolo per le emozioni non l'ho fatto perché non sapevo che anche queste andavano impacchettate e trasferite.
Lasciare la casa dove i bambini sono cresciuti per sei anni, dove ci siamo amati e odiati e dove é nato il mio blog non è stata una cosa semplice, ma neanche tornare nel palazzo dei miei genitori lo è stato.
Ognuno ha il suo appartamento sia chiaro, ma mettere in ordine le scatole in cui conservi foto, oggetti e lettere nel luogo che li ha generati é stato emozionante. Al secondo piano sono padre mentre al primo figlio. Ancora una volta emozioni contrastanti che si inseguono: da un lato la gioia di una casa con il camino, piena di luce e vicina ai nonni, dall'altro un luogo da cui mi sono sempre voluto allontanare. In due rampe di scale mi passa una vita davanti e lo scatolone dei ricordi é pesante da portare. Fortunatamente MPS, dopo il duello, é tornata, così sarà più facile portare la casa sulle spalle. Come fanno quelle persone che non si lasciano aiutare? Meno male che c'è l'amore.
P.S. Ho visto DA1 asciugarsi il viso davanti al lungo termosifone verticale nel salotto come se fosse un aeratore dei bagni pubblici. Chiedo aiuto o aspetto che passi?
Visualizzazione post con etichetta casa. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta casa. Mostra tutti i post
mercoledì 12 marzo 2014
domenica 28 luglio 2013
Il trauma della partenza per le vacanze
"Papà, ma quando tu eri piccolo andavi al mare?"
"Certo, il nonno ci portava sempre e stavamo in vacanza tutto il mese".
"E andavi nella casa dove andiamo noi?"
"No, cambiavamo quasi ogni anno, ma non mi far pensare".
"A che cosa?"
"Al giorno del viaggio per andare in vacanza".
"Perché che faceva il nonno?"
"Partivamo molto presto, a volte anche durante la notte, per andare in posti molto lontani dove il mare era pulito e si poteva pescare molto. Viaggiavamo carichi di roba, stretti tra le valige e con le bici sul tettuccio. Mi addormentavo con la testa nel finestrino guardando la strada e mi svegliavo nello stesso modo e con la stessa scena come se fossimo rimasti immobili".
"A me però piace stare a casa al mare".
"Pure a me piaceva. Ricordo gli amici di tutti i luoghi che abbiamo cambiato, ricordo tutte le case dove siamo stati e tutti gli odori di quel tempo. La cosa che però mi faceva paura era il fatto che non sapevamo in quale casa saremmo andati perché c'era l'usanza di trovarla al momento".
"Non ho capito, che faceva il nonno?"
"Partivamo pure con le pentole e arrivati in un paesino prestabilito il nonno cominciava a chiedere informazioni su case in affitto. Noi restavamo in macchina mentre lui contrattava con i proprietari. Ricordo quell'ansia mentre lui parlava, ricordo quel terrore quando lo vedevo tornare sconfitto dalla trattativa".
"Papà, ma siete mai tornati a casa perché il nonno non aveva trovato niente?"
"Mai. A quei tempi era praticamente impossibile che fosse successa una cosa del genere, ma io ero piccolo e questa cosa mi spaventava. Mi è rimasto il trauma di quel gesto".
"Papà, ma pure noi partiamo la notte?"
"Amore di papà non mi venire a dire, quando sarai grande, che hai pure tu il trauma della partenza per le vacanze perché è una cosa che può avere solo chi oggi ha tra i 35 e i 45 anni".
"Io ho 6 anni".
"Infatti partiamo con molta molta calma, abbiamo l'area condizionata, gli autogrill sono confortevoli e la casa la prendiamo a Pasqua".
"Papà pure io quando mi faccio grande parto con l'area condizionata".
"Io invece non vedo l'ora che ti fai grande per scoprire quale trauma avrai da tutto questo..."...perché il trauma non prenota e un giorno te lo trovi fuori la porta che vuole contrattare!
"Certo, il nonno ci portava sempre e stavamo in vacanza tutto il mese".
"E andavi nella casa dove andiamo noi?"
"No, cambiavamo quasi ogni anno, ma non mi far pensare".
"A che cosa?"
"Al giorno del viaggio per andare in vacanza".
"Perché che faceva il nonno?"
"Partivamo molto presto, a volte anche durante la notte, per andare in posti molto lontani dove il mare era pulito e si poteva pescare molto. Viaggiavamo carichi di roba, stretti tra le valige e con le bici sul tettuccio. Mi addormentavo con la testa nel finestrino guardando la strada e mi svegliavo nello stesso modo e con la stessa scena come se fossimo rimasti immobili".
"A me però piace stare a casa al mare".
"Pure a me piaceva. Ricordo gli amici di tutti i luoghi che abbiamo cambiato, ricordo tutte le case dove siamo stati e tutti gli odori di quel tempo. La cosa che però mi faceva paura era il fatto che non sapevamo in quale casa saremmo andati perché c'era l'usanza di trovarla al momento".

"Partivamo pure con le pentole e arrivati in un paesino prestabilito il nonno cominciava a chiedere informazioni su case in affitto. Noi restavamo in macchina mentre lui contrattava con i proprietari. Ricordo quell'ansia mentre lui parlava, ricordo quel terrore quando lo vedevo tornare sconfitto dalla trattativa".
"Papà, ma siete mai tornati a casa perché il nonno non aveva trovato niente?"
"Mai. A quei tempi era praticamente impossibile che fosse successa una cosa del genere, ma io ero piccolo e questa cosa mi spaventava. Mi è rimasto il trauma di quel gesto".
"Papà, ma pure noi partiamo la notte?"
"Amore di papà non mi venire a dire, quando sarai grande, che hai pure tu il trauma della partenza per le vacanze perché è una cosa che può avere solo chi oggi ha tra i 35 e i 45 anni".
"Io ho 6 anni".
"Infatti partiamo con molta molta calma, abbiamo l'area condizionata, gli autogrill sono confortevoli e la casa la prendiamo a Pasqua".
"Papà pure io quando mi faccio grande parto con l'area condizionata".
"Io invece non vedo l'ora che ti fai grande per scoprire quale trauma avrai da tutto questo..."...perché il trauma non prenota e un giorno te lo trovi fuori la porta che vuole contrattare!
Iscriviti a:
Post (Atom)