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martedì 18 febbraio 2014

Quando tuo figlio prende ordini da qualcun altro

"Bambini ora che andiamo da Marco non voglio sentirvi impazzire o litigare. E poi mi raccomando, occhio a Fabio".
"Papà, ma è lui che comanda".

mercoledì 15 febbraio 2012

Mo te lo spiego a papà il gioco di Stevie Wonder e la pasta e zucca

Un sabato mattina tornavo dalla piscina con DA1 e avevo avuto il divieto assoluto di farlo addormentare in macchina. Si trattava però di combattere contro fame, sonno e stanchezza per l'ora passata in acqua a giocare.

Potevo raccontargli una storia ma sono sicuro che si sarebbe addormentato; solo la musica mi poteva salvare, ma avevo dimenticato il cd dello Zecchino d'oro a casa.
In macchina avevo solo una raccolta di Stevie Wonder e non sapevo come avrebbe reagito a soli tre anni (a quel tempo).
"Lo sai ora che andiamo a casa mangiamo Pasta e Zucca"
"Mmm, buona. Piace pasta e zucca"
"Senti un po' questa canzone ora come fa"
Traccia n°18 del mio cd e vai con Sir Duke 
Dopo aver ballato l'intro sostituisco tutte le parole con questa frase a ripetizione: "A noi ci piace pasta e zu-u-cca".
Il delirio. La canzone dura 4 minuti e per arrivare a casa abbiamo impiegato 18 minuti per cui l'abbiamo ricantanta almeno 4 volte. 
E' stato uno dei giochi più belli mai inventati: giocare con la musica.
Da quel giorno cambiare le parole alle canzoni, specie quelle in inglese, è un modo fantastico per ascoltare buona musica divertendosi e con un diversivo niente male.
Ma la cosa bella è far scoprire ai popri figli che c'è una musica per ogni cosa e per ogni momento; che la vita ha una colonna sonora.
Il Sabato mattina mentre giochiamo ascoltiamo radio swiss jazz o radio swiss classic su Sky-Radio, se usciamo con la macchina della mamma allora Radio Italia solo musica Italiana e le canzoni dello Zecchino d'oro.
La cosa bella è stato fargli scoprire che c'è una canzone anche se devi fare la cacca e non vi dico le risate e il divertimento nel cantare tutti insieme la Canzone della Cacca.
Ma mi piace assai anche mostrargli che la musica esce da qualsiasi oggetto si possa trovare in casa o per strada. L'ho imparato quando studiavo Storia della Musica al Conservatorio, ma mi è piaciuto di più vederlo fare a Capone Bungt e Bangt, maestro della musica da riciclo.
"Papà vogliamo cantare quella canzone?"
"Siii, itarra"
"No la chitarra no, ora no."
" E dai non gli dire di no, lo sai che si divertono. Non fa niente che non siamo intonati".
Metto da parte la mia mania di perfezione e il mio rapporto conflittuale con la chitarra così cominciamo il concertino.
La canzone di questi ultimi tempi è un po' da stadio ma si gasano assai: "O mamma mamma mamma (2 volte), sai perchè mi batte il corazon, ho visto...(sostituiamo con i nostri nomi e cognomi)...
Sarà perchè si parla della mamma, sarà perchè il papà suona la chitarra, sarà perchè ogni scusa è buona, ma per questa cosa balliamo, corriamo, cantiamo e giochiamo con la musica ad libitum.

venerdì 23 settembre 2011

Mo ti spiego a papà qual è la scuola migliore

In questi giorni è ricominciata la scuola e ovunque se ne parla.
Pure il salumiere sotto casa ha notato che le classi sono strapiene, che mancano gli insegnanti e che le strutture sono fatiscenti, ma il sollievo di dividere con qualcuno la cura e l'educazione dei figli non ha prezzo.
Ad un certo punto della discussione, il mio spacciatore di mozzarella di bufala ha concluso: " Tutto quello che volete, ma io li mando a scuola pure se è inagibile. Non ce la faccio più, sono più di tre mesi che non abbiamo un giorno di tregua".

Ho aggiunto : "Un po' per ciascuno e siamo tutti più felici."

Il problema però nasce quando accompagni i bambini a scuola per i primi giorni.

Quando DA1 andava alla scuola materna pubblica (due anni fa) la mattina alle 8:30 venivamo accolti con la musica latino-americana a tutto volume tant’è che dopo qualche tempo ho cominciato a prendere lezioni di salsa altrimenti non mi facevano entrare.

Canzoncine della preistoria, giochi rotti, le solite schede da colorare e un bel po’di maestre in età da pensione. Mi pare logico che il bambino ha pianto per sei mesi.

DA2 quest’anno invece non è riuscito ad entrare al primo anno della scuola pubblica dell'infanzia per cui è cominciata la ricerca della scuola privata. E’ come se avessimo dovuto iscrivere DA2 all’asilo della Bocconi. Qualcuno mi ha suggerito che è un investimento. Ci sarebbe da discutere.

Alla fine una l'abbiamo trovata anche se abbiamo scelto tra il male minore (almeno speriamo) .

Va bene quella solita abitudine di non accogliere i bambini e farli pascolare quando arrivano (anche a scuola di DA1 c’era questa usanza che forse è scritta in qualche manuale pedagogico che non ho letto), va bene la preghiera iniziale, va bene il libro per la didattica che utilizzano (anche se credo che giocare sia prioritario anche per imparare alcuni concetti base come dentro, fuori, pieno e vuoto etc), ma quando la maestra ha detto ad un bambino di neanche tre anni: “Monello, ma tu vuoi solo giocare”, allora ho sperato che DA2 rispondesse così: “Ma cosa dovremmo fare? Pensare ai problemi del mondo?. Piuttosto possiamo pregare per la vostra ottusaggine, sperando che siate perseguitati nei sogni da gente come Rodari, Munari e un certo Gesu di Nazaret che in quanto ad accoglienza dei bambini era in anticipo sui tempi.”

Ma purtroppo DA2 ha solo risposto: "mmm, eeee acchioo giocare"

A casa parliamo spesso delle cose che non ci piacciono della scuola e degli insegnanti che abbiamo incontrato, per questo DA1, mentre preparavamo lo zaino a DA2 per il giorno dopo (perché ad oggi la scuola di DA1 non è ancora iniziata per lavori di ristrutturazione che logicamente si fanno a Settembre) ci ha chiesto: “Ma papà qual è la scuola migliore?

Ho risposto subito così: “La scuola migliore è quella dove ci sono le pareti colorate, il giardino, dove quando entri profuma di pulito. E’ la scuola dove i maestri e le maestre giocano ad insegnare e insegnano a giocare divertendosi. E’ la scuola dove si ascolta la musica, dove si leggono le favole, dove ci si sporca stando per terra, dove ogni giorno c’è una sorpresa. La scuola migliore è dove non si chiede perché sanno già cosa di cui hai bisogno.”

DA1 e DA2 mi hanno guardato con l’aria di chi pensa “Questo è scemo.”

Poi DA1 ha aggiunto: “Ma papà, qual è allora la scuola migliore?”

Ho risposto deglutendo come se avessi un rospo in gola:La tua amore mio, la tua è la migliore”.



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