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lunedì 8 aprile 2013

Il Gratta e Vinci

L'azione e la coerenza educativa ad una richiesta di tuo figlio è inversamente proporzionale alla tua stanchezza: più sei stanco e più, per sedarlo il prima possibile, per non sentirlo lamentare e per non vederlo piangere, metti in campi una soluzione di cui te ne pentirai dopo poco.


"Papà, ma io non voglio tornare a casa".
"Ma siamo stati tutta la giornata fuori".
"Sì, ma voglio fare una passeggiata ancora".
"Ti ricordo che siamo andati in un Castello bellissimo dovete avete giocato per tutta la mattina mentre papà presentava il suo libro".
"Però non potevamo uscire, stavamo sempre lì".
"In effetti il Maschio Angioino è solo un po' più grande di casa nostra e avevate ragione a sentirvi come in una prigione".
"Possiamo andare ora da qualche parte?"
"Poi siamo andati a mangiare tutti insieme al Ristorante e anche lì avete fatto confusione con i vostri amichetti".
"Ma io volevo uscire perché lì era buio".
"Proprio perché era un po' buio poi siamo andati a fare una passeggiata al centro dove ci sono tutti i negozi e abbiamo comprato delle scarpe bellissime".
"Ma le mie non hanno le luci".
"No, però corrono più di quelle di tuo fratello".
"Ora vogliamo andare da un'altra parte?"
"E come se non bastasse al ritorno ci siamo fermati in gelateria per il colpo di grazia. Te ne eri dimenticato?"
"Ma io ho mangiato le fragole".
"Hai voluto la granita con le fragole. E' fredda come il gelato".
"Ma non possiamo fare una passeggiata piccola piccola?"
"Va bene, basta che stai zitto e che non ti lamenti ancora. Sono le 18:00 e siamo distrutti. Vieni con me dal tabaccaio che andiamo a portare questo Gratta e Vinci".
"E che facciamo?"
"Il signore ce ne da un altro e così vediamo se vinciamo un'altra volta".
"Ma perché si chiama Gratta e Vinci?"
"Prendi questa monetina e gratta su questo biglietto. Vedrai che compariranno dei numeri. Se ne trovi due uguali hai vinto".
"Voglio grattare tutto io".
"Vai che magari la tua mano è più fortunata della mia".
"Papà, abbiamo vinto? Io ho grattato benissimo".
"Non abbiamo vinto niente, ma non importa. E' un gioco che non si vince mai niente".
"E perché giochi?"
"E' stato un caso, ma ci sono molte persone che comprano tanti biglietti sperando di vincere tanti soldi".
"E li vincono?"
"Assolutamente no. Io preferisco lavorare per guadagnare i soldi.
"Però se vinciamo è proprio bello".
"E questa è la trappola".

P.S. DA1 e DA2 sono giorni che hanno una monetina in mano e grattano ogni foglio che gli capiti a tiro, sperando di vincere qualcosa. Per adesso non hanno vinto niente, ma la casa è piena di pezzetti di carta grattati...e la colpa è solo mia.

martedì 5 giugno 2012

Mo te lo spiego a papà come conquistare un obiettivo (che detta così pare una cosa assai difficile)

Ho pensato spesso che non ce l'avremmo fatta, ho pensato che saremmo stati due genitori separati e che andava bene così.
Ho avuto la sensazione che i figli ci allontanassero l'uno dall'altro e questa cosa mi faceva incazzare.
Oggi per fortuna io ed MPS combattiamo uniti contro DA1 e DA2.
Detta così può sembrare pesante, ma vi faccio un esempio.
Arriva un momento in cui alcune regole non vengono più rispettate perché sei stanco e non ce la fai, altri giorni invece in cui è un continuo scontro e susseguirsi di capricci.
In un tempo passato avremmo pensato chi me lo ha fatto fare (anche oggi qualche volta),  espatrio, ritorno single e così via, ma ora ci fermiamo e parliamo, elaborando una strategia da usare. 
Uniti non ce la possono fare a prendere il sopravvento.


In questi ultimi giorni anche le punizioni sembravano non avere l'effetto desiderato e allora abbiamo pensato ad un diversivo.
Niente di chi sa cosa, ma per noi è stato come un nuovo amore perché, uniti, abbiamo scelto la strada da percorrere.
"Qual è il gioco che vorresti?"
"La nave dei pompieri di Lego"
"E tu?"
"Io nave ..rrati"
"Va bene la nave dei pirati".
"Ecco, questa è la foto del tuo gioco e questa è la tua. Le mettiamo su questo cartellone così ci ricordiamo qual è il gioco che vogliamo".
"Papà, ma io la vorrei proprio".
" Per averla è molto semplice. Ogni sera dopo che abbiamo messo il pigiama io e la mamma decidiamo, in base a come vi siete comportati a scuola, dai nonni e a casa quale faccina vi meritate. C'è quella BRAVO, quella COSI' e COSI' e quella MALE".
"Io voglio Bravo".
"Tu impegnati e avrai bravo".
"Papà, ma io lo voglio quel gioco".
"Dovrai prendere 15 faccine BRAVO per averlo".
"E quando le mettiamo le faccine?"
"L'ho già detto, la sera dopo che ci siamo preparati per andare a dormire incolliamo la faccina che meritate nel casella che c'è sul cartellone".
"Siii, evviva".
"Papà, ma ora sono bravo?"
"Tu sei sempre bravo, ma a volte non ascolti e ti comporti da monello. Ora però non chiedermelo cento volte al secondo".
DA1 ha compreso chiaramente il da farsi, mentre DA2, un po' per l'età e un po' per la capa-tosta, ha cominciato a voler cambiare gioco ogni tre minuti.
Quello che si è scelto si è scelto e non si può tornare indietro.(almeno per questa cosa)
Il bello però è venuto nei giorni successivi perché era prevedibile che ci sarebbe stata una reazione ad una faccina non gradita.
"Oggi ti sei comportato molto male, hai fatto tanti capricci e non hai ascoltato nessuno per cui avrai MALE".
DELIRIO. PIANTO. SINGHIOZZI
La coppia ancora una volta affronta decisa la situazione ed entra in azione per il contenimento.
"Ascolta a papà, oggi è andata così. Ti sei comportato male, non è colpa mia. Hai scelto tu di non ascoltare per cui non possiamo farci niente. Ma domani sono sicuro che ti impegnerai perché ce la puoi fare a conquistare un BRAVO. Se ascolti e non ci fai sgolare ti assicuro che riceverai un BRAVO".
MPS consola DA1 con meno parole, da mamma, ma in maniera efficace lo stesso. (per fortuna siamo diversi)
A dire il vero in questi giorni mi sento più forte. Mi sento unito ad MPS come non mai nonostante non sia tutto meno faticoso. 
Noi le nostre faccine le abbiamo già messe in passato e per fortuna il premio è arrivato.
Quale?
Che facciamo vacanze separate.
Scherzo, ma non lo dico.
"Papà ma io sono bravo è vero perché ho fatto il bidet da solo?"
DA2 me le scippa proprio dalle mani, ma mica gli posso mettere sempre MALE!                


P.S. MPS dopo aver letto il post in anticipo, come sempre, mi ha chiesto: " Qual è il premio?ed io: "Che ci amiamo amore mio", e lei: "Aaaaa si, ma preferivo le vacanze separate...senza figli logicamente".                                                                                                                                       

mercoledì 18 gennaio 2012

Mo te lo spiego a papà perchè l'importante non è partecipare...

Dite quello che volete ma per me le feste di compleanno dei compagni di classe dei miei figli sono una botta in fronte.
"Papà, questo è della festa di Francesco."
"Acchiooo ...ire ...etta."
"Si ci andiamo, tranquilli, mica possiamo non andarci?"
Nuvoletta sulla testa di MPS: " Questo è impazzito."
Nuvoletta sulla mia testa: "Magari per Sabato qualcuno becca l'influenza e poi male che vada avrò materiale per il blog."


Mamma Art-Competitor: "Non perché è mio figlio, ma l'altro giorno ha disegnato un cavallo stupendo, con un tratto da adulto davvero speciale." 
Mamma Music-Competitor: "Luca sta andando a lezione di violino e ha detto il maestro che è un talento."
Mamma Choreographer-Competitor: "Martina anche quando fa i compiti balla e per il saggio quest'anno è stata scelta come prima ballerina."
Papà Soccer-Competitor: " ...l'altro giorno Alessandro ha driblato mezza squadra e ha fatto un goal fantastico. L'allenatore ha detto che diventerà un campione.
Nonno School-Competitor: " Sara, fai sentire le 5 poesie che hai imparato per Natale e pure quella in Inglese."


La lista potrebbe continuare, ma durante le feste poi trovi anche il gruppo di genitori che compete su i progressi dei propri figli con frasi tipo: " A me Giada a 8 mesi già camminava.", " Matteo ha una proprietà di linguaggio esagerata e parla come se avesse già 10 anni, ma chi sa da chi ha imparato.", " Simone ha tolto il pannolino a un anno."
Ogni genitore cerca di vincere la sua competizione immaginaria o quanto meno qualificarsi tra i primi. 
Se fosse lecito ci sarebbe una dimostrazione alla frase: " Senza offesa, ma mio figlio ha un pisello enorme." (Gara prettamente maschile per ovvi motivi)
Contemporaneamente a questa scene c'è l'animazione per i bambini: il disegno più bello, il gioco del fazzoletto, i tiri al canestro, indovina chi, e altro ancora.
Deve sempre vincere qualcuno per non parlare del prescelto per fare il capo-squadra.
Ho sentito genitori vantarsi umilmente in questo modo: "Mannaggia, a mio figlio gli fanno sempre fare il capo-squadra."


"Che è successo a papà, perché piangi?"
"Uffaaaa..."
"Hai perso?"
"Siiiii.."
"E che fa?"
DA1 con la sua dialettica da professorino saputello ci spiega come mai il fratello ha perso, ma ogni volta che pronuncia questa parola DA2 ha uno scatto d'ira istintivo. Ci sono alcuni bambini che la competizione ce l'hanno innata e allora proprio questi vanno sostenuti.
"Hai ragione a papà, l'importante non è partecipare, ma è come partecipare.
Bisogna crederci, essere determinati e ostinati. Poi alla fine se perdi non importa perché sarai pieno di te, sarai contento e divertito." (Pesantucce queste parole per un treenne vero?)
"Io o boglio peddere."
"Ma ti stai divertendo a questa festa?"
"Si si."
"Hai partecipato a tutti i giochi?"
"Si si"
"Hai preso il regalino?"
"No"
 "E allora corriamo che l'importante non è partecipare, ma avere il regalino."

Questo post partecipa a blogstorming 


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