mercoledì 29 gennaio 2014

La risposta dei genitori alle aree NO KIDS

Questo locale è vietato ai bambini.
Non si serve il menù adatto a loro 
I camerieri sono autorizzati ad investirli

GENITORE COMPRENSIBILE
"Mi dispiace signore, ma in questo ristorante i bambini non sono ammessi".
"Ecco ve lo avevo detto ragazzi. Aspettate qui che entriamo solo io e la mamma".
"Signore, mi scusi, ma mica può lasciarli fuori?"
"Bello mio guarda che è un mese e mezzo che non usciamo una sera. Una volta una cosa, una volta un'altra e si finisce per stare chiusi in casa".
"Sì, ma ci sono stati molti clienti che si sono lamentati perché i bambini davano troppo fastidio".
"E ci hanno ragione. Fosse per me non me li porterei neanche, ma i soldi per la baby-sitter e per l'uscita non li abbiamo".
"E i nonni?"
"Quelli li sfruttiamo già di giorno dopo la scuola. Non possiamo lasciarglieli anche per una uscita di piacere".
"Senta, non è per cattiveria, ma i miei migliori clienti hanno minacciato di non venire più e in questo periodo di crisi lo sa che non li posso perdere".
"Ma si figuri, noi poi veniamo una volta ogni tanto per cui non potrebbe contare neanche sui nostri soldi. La capisco anche noi avvertiamo la crisi, anzi mi fa un piacere perché così evito di pagare pure la loro parte che quando usciamo è come se offrissi sempre pure ad una coppia di amici".
"Scusi, ma non sono suoi questi bambini?"
"Certo, sono la vita mia".
"E perché parla in questo modo?"
"Beh viene prima la tua salute mentale altrimenti finisci per fare cose di cui ti pentiresti".
"Non capisco cosa vuole dire".
"Che adesso noi entriamo e ci godiamo la serata da soli".
"E io chiamo i servizi sociali".
"Sì, ma nel frattempo ci porti il menù".

GENITORE SOLIDALE
"Questa è sfortuna, una volta che usciamo e di fianco al nostro tavolo ci capita una coppia con due bambini".
"Amore, dai non parlare così che anche tu hai avuto i figli piccoli".
"Ssss, non ti far sentire, parla abbassa voce".
"Non ti fanno tenerezza?"
"No, e poi noi non uscivamo".
"Per questo eravamo sempre nervosi. Non abbiamo avuto neanche nessuno che ci invogliasse o che ci invitasse".
"Ci abbiamo provato, ma ti sei dimenticata che non riuscivamo a stare mai seduti e mangiavamo a turno per stare dietro a quelle piccole pesti?"
"Infatti povera quella mamma, si sta dannando. Quasi quasi...".
"Non ci provare nemmeno. Non attaccare bottone e il bimbo non guardarlo neanche negli occhi che se ti sorride è finita".
"Scusami anche io avrei voluto qualcuno che socializzasse con me in una circostanza analoga. A volte un estraneo riesce a far presa più di un genitore e così magari riescono a mangiare in santa pace".
"Ma la nostra pace? Abbiamo voluto a tutti i costi questa serata da soli".
"La nostra pace è sentirsi appagati dell'amore che si dona ai propri figli senza aver bisogno di niente altro".
"Amore quella è la pace dei sensi, ma questa è un'altra storia".

GENITORE INCAZZATO
"Scusate, ma che cosa vi siete messi in testa voi e questi quattro intolleranti che siedono al vostro ristorante? Eh già, allora togliamo da mezzo pure gli anziani perché si vede la dentiera mentre mangiano e non è una bella cosa quando ti stanno per portare il tuo piatto preferito. I bambini sono bambini e se uno non li sopporta allora che campa a fare? Vorrei vedere loro nella mia situazione. Mamma mia, un po' di tolleranza. E poi se fanno i capricci o sentite qualcuno che piange avete un buon motivo per convincere la vostra compagna a non averne. Vi diamo un anticoncezionale naturale e manco siete contenti?"

GENITORE EQUILIBRATO
"Caro ristoratore e cari clienti non vi dovete preoccupare perché non porterei mai mio figlio in un locale non adatto. Mi sembra fuori luogo trascorrere una serata in certi posti. Preferisco scegliere tra quelli che sono a misura di bambino e che hanno spazi che mi consentano di passeggiare con loro mostrandogli le cucine o il forno o il giardino. Ho anche l'arma segreta dei colori o di un libro per farli stare buoni. Nel caso facciano un capriccio non vi preoccupate che mi alzo e li porto fuori per non disturbare. Ci rendiamo conto che ci sono alcuni bambini con un tono di voce fastidioso, ma su questo non possiamo farci molto. Le corde vocali non possiamo accordargliele altrimenti farei anche questo. L'unica cosa che però non farò è rincoglionirli col tablet per zittirli e tenerli fermi sulla sedia. 
Per il resto la faccia mia sotto i piedi vostri...anzi sotto il tavolo vostro".

2 commenti:

Unknown ha detto...

ahahahahaha.

Guendalina Strana ha detto...

GENITORE STRANO:"ah sì? è così? I bambini qui non possono entrare perché infastidiscono i vostri clienti educatissimi, silenziosissimi e noiosissimi? Ah, non lo sapevo. Bambine, marito, aspettate fuori!"
Poi la mamma strana entra nel locale, va dritta sparata al centro preciso della sala e attacca a cantare a squarciagola Think di Aretha Franklin. Quando arriva al pezzo in cui urla FREEDOM due camerieri la accompagnano all'uscita. Lei si ricompone, prende le bambine per mano e va in pizzeria.



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