E' tempo di pagelle, è tempo di lacrime e bilanci.
E' il tempo in cui una maestra ti dice come è tuo figlio, che poi è un po' come se ti dicesse quanto sai fare il genitore.
Nell'attesa ho pensato a tutte le giustificazioni tipo che la sera torno tardi, oppure che non riesco a fargli vedere i compiti perché lo faccio già a lavoro con gli altri bambini o che non ha imparato la poesia la settimana scorsa perché abbiamo avuto un lutto (che poi mi sembra quella cosa tipo non ho studiato perché è morto mio nonno).
Poi passi alla riflessione però sono un bravo genitore perché gli chiedo sempre cosa fa a scuola oppure il fine settimana andiamo insieme al parco o alla tv vediamo molti documentari.
A un certo punto ho visto i genitori di Luca uscire con le mani in faccia per la vergogna.
Mi hanno guardato e hanno avuto solo la forza di dire: "Non immaginate neanche che cosa combina".
La mamma di Luca, Raffaella, era in lacrime e preoccupata.
A quel punto ho pensato a tutte le cose che mio figlio fa a casa e ho cominciato a sudare freddo: il fine settimana fa sempre storia per fare i compiti, vuole leggere solo una volta e non dieci, prendere i quaderni dallo zaino è una fatica e se non lo faccio io non se ne parla ad iniziare.
Al suo approccio ai compiti si sono aggiunti i pensieri sul comportamento: fa sempre fatica a condividere le cose con il fratello, intraprendente e autonomo proprio non lo è e se una cosa non è perfetta pianta sempre un capriccio.
E' il nostro turno ed entriamo come se andassimo davanti ad una giuria popolare in un tribunale. Aspettavo solo la sentenza di colpevolezza.
"Signor Mo te lo spiego a papà suo figlio è un bambino intelligentissimo, sempre pronto ad aiutare i compagni e rispettoso delle regole. Ha una proprietà di linguaggio ottima e una capacità logico-matematica perfettamente in linea con l'età. E' desideroso di sapere e i suoi interventi non sono mai fuori luogo. Siate felici". (Ho evitato di trascrivere il vero giudizio per non mortificare ulteriormente i genitori di Luca che per fortuna non leggono il mio blog)
Appena uscito ho sospirato come se avessi scampato un pericolo, poi immediatamente mi sono venuti gli occhi lucidi, orgoglioso di una pagella bellissima.
Mi sono asciugato la lacrima sul viso e rivolgendomi a mia moglie MPS ho detto:
"Per questo ci facciamo il culo" e lei: "Per amore, non per questo".
Mai una volta che fossimo d'accordo.
2 commenti:
è la prima volta che vedo i colloqui dal punto di vista dei genitori.
La conclusione: i colloqui procurano un'ansia tremenda.
Complimenti per il piccoletto :D
per amore...congrats!!
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